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  1. Characters

Mirìel

Gazza di Diamante
Personaggio

STORIA

Sulla sua faccia, dalla nascita, sono incastonati alcuni gioielli.

Qualcuno dice sia dovuto ad una maledizione, perché i suoi genitori, ladri come lei, avevano rubato un pugnale rituale, la Malizia di Oloxina, nel tempio di Lolth a Menzoberranza.

 

In realtà Mirìel non è maledetta, i gioielli sono un dono di Eilistraee, la Signora della Danza, che con quel pugnale doveva essere assassinata. I genitori di Mirìel però non ne sono a conoscenza e pensavo che i sacerdoti del tempio li abbiano scoperti e maledetti, però questo fuggono dall'Underdark e vivono la loro vita nei Forgotten Realms.

 

Eilistraee ha così regalato a Mirìel quello che lei considera un grande dono di bellezza e nel momento del bisogno aiuterà la piccola.

 

 

BACKGROUND

Sono Mirìel, elfo oscuro di 89 anni.

Sono sola da quando ne ho 54.

Sono stata costretta a lasciare il mio popolo perché considerata una minaccia, una maledizione. Per i miei simili, per la mia famiglia, per mio padre.

Siamo da millenni una famiglia di ladri. Ambiziosi, scaltri, con manie di grandezza. Avveduti e calcolatori.

O perlomeno questo è quel poco che so del mio passato.

Mio padre Bêro, colui che osa, è sempre stato molto riservato a riguardo.

Era con mia madre Galjâ quando sono nata.

Erano anni che stavano architettando Quel furto nei minimi dettagli. Era importante. Era troppo importante per lasciarselo sfuggire “solo” perché mia madre era incinta.

Tentarono Il colpo nonostante le sue condizioni. La loro imprudenza e la loro avidità fu fatale.

Mia madre morì dandomi alla luce subito dopo essere riusciti nella loro missione primaria.

Non ho mai saputo né Chi derubarono né Cosa.

Ma doveva essere Qualcuno di molto influente e quel Qualcosa nascondeva un alone di mistero, oscurità e maledizione.

Non può essere altrimenti.

I gioielli che ho in fronte e ai lati degli occhi ne sono la prova: manifestazione evidente di una maledizione che si è abbattuta sulla mia famiglia per aver peccato di tracotanza come verso un qualche dio.

Fui la loro punizione: La mia nascita aveva ucciso mia madre e umiliato mio padre, il quale, oltre al dolore per la perdita della sua “luce splendente”, si vedeva costretto a crescere una figlia il cui volto era lo stendardo del loro peccato e della loro vita criminale.

Mal vista da tutti, dalla mia famiglia in primis, ho deciso di andarmene, per vivere la mia vita lontano da tutti, alla ricerca di libertà fisica e di un riscatto che mi possa dare anche quella morale di libertà.

Sono sempre stata chiamata Mirìel, “Gioiello”, come a etichettare ciò che ero, come se non potessi essere altro se non una ladra.

Sto cercando un motivo per non crederlo.