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  1. Characters

Mindaugas

il Cinico
Personaggio

BACKGROUND

La mia storia è una leggenda, ma solo io so che è vera, perché da secoli ce la tramandiamo da generazione in generazione, come ha fatto mio padre con me e suo padre con lui. Io sono il Tiefling Mindaugas, detto “Il Cinico”, e sono il diretto discendente della nobile stirpe dei Aasvoi, leggendaria casata che, si narra, regnò a lungo molti secoli fa nelle terre del Tethyr. Narrerò la loro leggenda, poiché è anche la mia.

I miei antenati erano sovrani saggi e lungimiranti, anche se un po’ troppo inclini alla guerra di conquista, ed in breve tempo riunirono in un unico regno tutto il sud ovest delle terre del Faerûn, creando il leggendario regno dell’Aasvoinion. L’Aasvoinion era terra ricca di risorse, fertile e prospera, ed era amministrata magnificamente. Tutto il popolo era felice, e viveva in un equilibrio sociale perfetto, frutto delle politiche illuminate della mia famiglia.

Ma all’apice della loro grandezza, gli Aasvoi furono vittima di un complotto, ordito da cortigiani traditori, plebei e borghesucci, invidiosi e bramosi della nostra ricchezza. In quei tempi era appena stata incoronata regina S.M. Saulutè, detta “la lucente”, unica discendente della gloriosa dinastia, in quanto non aveva parenti lontani, ma solo una sorella, Rosaleen, detta “la ficasecca”, zitella, brutta e sterile come il Grande Ghiacciaio a gennaio. Pare che i traditori scesero nell’Abisso e strinsero un patto col demone Demogorgon, poiché loro da soli non sarebbero mai riusciti a tradire i miei antenati, fin troppo accorti e furbi. Gli chiesero di uccidere Saulutè, in modo che la dinastia degli Aasvoi si estinguesse, lasciando loro campo libero per usurpare il trono con un colpo di stato. Il demone accettò.

Demogorgon, intrufolatosi la notte nel palazzo reale, non rispettò il patto: non uccise Sauluté, poiché se ne innamorò perdutamente, e decise di rapirla e portarla con sé nell’abisso. Il giorno dopo, scomparsa la regina, l’Aasvoinion cadde nella disperazione, e in breve fu preda di una sanguinosa e devastante guerra civile, dalla quale emersero un numeroso gruppo di effimere repubblichine e regni senza diritto, tuttora in guerra tra loro, che sono solo l’ombra della gloria passata. Però i merdosi traditori non ebbero mai il tesoro della nostra dinastia, che Rosaleen, unica superstite della famiglia, riuscì a portare via quando fuggì dalla guerra civile, e lo nascose in un luogo segreto.

Nell’abisso, Demogorgon tentò per mesi di sedurre Saulutè, ma invano. Visti gli inutili tentativi, Demogorgon si incazzò, e possedette Saulutè legandola nel sonno. Da quell’abietta unione nacque un essere mostruoso, metà demone e metà umano, macchiando così per sempre il puro sangue Aasvoi con il nero sangue demoniaco. Saulutè morì di parto, e Demogorgon decise di affidare il mostro, frutto della sua perversa bramosia, alla zia Rosaleen, unica parente ancora in vita ed in grado di allevare l’infante sulla superficie. Rosaleen, anche se disgustata e impaurita dall’aspetto del bambino, accettò di allevarlo come suo figlio, per il glorioso nome della dinastia degli Aasvoi.

Diventato adulto, l’essere mezzo demone, forse tormentato dalla sua natura e dal suo orribile aspetto, decise di andarsene a vagare per i Forgotten Realms. Questo essere era il mio avo. Non si sa dove andò né cosa fece, né tantomeno come e quanto si riprodusse.

Venti generazioni di Tiefling si sono succedute fino ad arrivare a me, unico discendente vivente della casata degli Aasvoi. Forse ho altri parenti, più o meno lontani, non lo so, ma comunque sicuramente io sono il pretendente al trono dell’Aasvoinion: lo dimostra l’anello con il sigillo reale che indosso sempre, e che mio padre mi ha donato alla nascita, come mio nonno aveva fatto con lui, e così via.

Non ho genitori, anche se non so se sono morti: non ho mai conosciuto mia madre, e mio padre sette anni fa uscì di mattina dalla locanda dove dormivamo, e non tornò mai più, nonostante lo abbia aspettato per lungo tempo. Mi ha comunque educato coi sani valori di un nobile Aasvoi (siamo mezzi demoni, ma con stile), anche se non posso sopire completamente la mia natura oscura, ma la cosa non mi dispiace, perché alla fine faccio un po’ come cazzo mi pare.

Non sono poi così brutto, ho un portamento fiero ed elegante, e vesto con abiti raffinati, tuttavia corna e coda da demone impaurirebbero chiunque. Dormo in locande, preferibilmente di alto livello, ma se non ne trovo o sono a corto di soldi va bene anche un giaciglio di paglia in una stalla, oppure mi fermo nelle mie molte dimore sparse per i Forgotten Realms, che ho ereditato dai miei nobili avi.

In teoria sarei molto ricco, dico in teoria perché mio padre non mi ha rivelato, prima di scomparire, il nascondiglio del tesoro della mia dinastia, che ci tramandiamo da generazioni, mantenendolo florido da secoli con affari di dubbia legalità, per cui ad oggi mi procaccio danaro sfruttando le occasioni che trovo nel mio girovagare. Da quando mio padre è scomparso, vago senza fissa dimora, alla ricerca dei miei genitori e dei miei eventuali parenti, ma anche del mio tesoro perduto, e perché no, anche di un regno da governare.

In me convivono due spiriti, in eterno ed insanabile contrasto tra di loro: la nobiltà degli Aasvoi, dai quali ho ereditato l’animo nobile e saggio, l’educazione, la cultura e l’etichetta che ci impartiamo da generazione in generazione, ma anche lo spirito demoniaco, corrotto, violento, volgare, sporco e sanguinario. Questo scinde la mia personalità in due: ora calmo e riflessivo, ora furente, ora affabile ed erudito, ora volgare, ora sfoggio un eloquio forbito, ora mi esprimo solo con bestemmie, rutti e scoregge. Non c’è una regola, dipende come mi gira, e da quello che ho mangiato a pranzo. È un equilibrio precario difficile da mantenere. Diciamo che sono una bestia raffinatissima.

Da generazioni siamo allevati come guerrieri, perché dobbiamo difenderci dalla malignità altrui, e perché in fondo non abbiamo mai smesso di bramare nuovamente il trono dell’Aasvoinion, o di un nuovo regno, anche se è praticamente impossibile: chi mai potrebbe riconoscere come re un mezzo demone? Quale popolo

accetterebbe la mia natura? Prima occorrerebbe ritrovare la famiglia, poi formare un esercito, poi una terra da conquistare......troppo difficile.